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25/04/2024


Orange Monday

DIGITALIZZARE NON SIGNIFICA SOLTANTO AVERE UNA PRESENZA ONLINE.

DIGITALIZZARE NON SIGNIFICA SOLTANTO AVERE UNA PRESENZA ONLINE.

Trasformare un'opportunità in un vantaggio concreto.

Che la pandemia abbia accelerato la digitalizzazione delle imprese non è più una novità: secondo uno studio di Markets and Markets, la spesa per la digitalizzazione in ambito aziendale passerà da 521 a 1.250 miliardi di dollari a livello globale entro il 2026, con un incremento medio anno su anno del 19%. Anche in Italia le imprese stanno cercando di restare al passo con la digitalizzazione, non senza qualche difficoltà dovuta principalmente al fatto che il tessuto imprenditoriale del nostro Paese è formato per più del 90% da aziende piccole e medie.

Tuttavia, durante la pandemia proprio queste imprese, hanno iniziato ad avviare un processo di digitalizzazione come una via per sopravvivere ad un lungo periodo di crisi. Nel 2021, secondo il Rapporto Istat, il 60,3% delle piccole e medie imprese italiane (Pmi) ha raggiunto almeno un livello base di intensità digitale e le Pmi, ove possibile, hanno avviato canali di online shopping per non interrompere le vendite.

Guardando questa fotografia si può dire che qualcosa sta cambiando, siamo di fronte a un contesto economico difficile ma che ha effettivamente creato anche un’opportunità e un momento di svolta. È importante però che questa opportunità venga trasformata in un vantaggio concreto.

 

La situazione in Italia: Pmi poco digitalizzate

Nonostante questa grande voglia di digitalizzazione in Italia, per quasi due aziende su tre (il 63%) l’infrastruttura digitale resta un problema concreto. Secondo il DESI (Digital Economy and Society Index), l’indice ideato dalla Commissione Europea per misurare i progressi compiuti dai Paesi UE in termini di transizione digitale, la digitalizzazione delle pmi in Italia è a livelli inferiori alla media europea. Nel 2021 l’Italia si è collocata al 20esimo posto fra i 27 Stati membri dell’UE. Pur avendo guadagnato qualche punto rispetto al 25esimo posto dell’edizione precedente è ancora una posizione molto bassa che indica come non ci sia stata alcuna “rivoluzione digitale” portata dalla pandemia. Uno dei nodi del nostro paese sembra essere quello delle competenze: solo il 15% delle imprese italiane eroga ai propri dipendenti formazione in materia di tecnologia informatica, cinque punti percentuali al di sotto della media UE.

Preoccupa lo scarso tasso di utilizzo di soluzioni digitali in produzione e amministrazione: difatti, digitalizzare per le imprese non significa soltanto avere una presenza online, ma anche e soprattutto semplificare, automatizzare, dematerializzare, adottare processi guidati dai dati (data driven), ottimizzare, risparmiare, guadagnare competitività – andando a portare la digitalizzazione all’interno dei propri processi decisionali e organizzativi.

 

ORANGE 1206

 

Con la digitalizzazione più profitti e margini

Le imprese, anche quelle più piccole, possono avvantaggiarsi degli strumenti digitali che sono oggi presenti sul mercato per rendersi più competitive, ottimizzare i processi e crescere: anche se spesso questi strumenti sono visti come dei plus, qualcosa di aggiuntivo che si può avere o meno, ma che non incide davvero sul proprio core business, i dati dimostrano che non è così.

Le analisi dell’Osservatorio Innovazione Digitale nelle Pmi del Politecnico di Milano evidenziano come le realtà più mature dal punto di vista della digitalizzazione ottengono performance economico-finanziarie migliori: in media +28% di utile netto, +18% di profitti, +11% di EBITDA.

Ecco perché anche in Italia le imprese, specialmente le piccole e medie, dovrebbero impegnarsi per cogliere davvero questa sfida, portando la digitalizzazione in ogni settore dell’azienda.

 

Le PMI in Italia

Le piccole medie imprese in italia sono circa 211mila, producono circa il 40% del fatturato nazionale e assorbono il 33% della forza lavoro. Quando si parla di PMI si fa riferimento a imprese con un numero di addetti compreso tra 10 e 249, che generano un fatturato inferiore ai 50 milioni di euro o con un attivo inferiore ai 43 milioni di euro.

Fra queste le PMI Large sono quelle che rispettano soltanto uno dei due criteri di classificazione (dipendenti e fatturato) e costituiscono l’anello di congiunzione fra piccola impresa e grande impresa.

Avviare una digitalizzazione “Smart” oggi è possibile per imprese di ogni dimensione. Le soluzioni in cloud consentono di creare flussi digitali organizzati e guidati invece delle procedure manuali che causano perdite di tempo e risorse.

Una soluzione pervasiva e collaborativa, che consente a tutti i dipendenti di lavorare in cloud e avere le informazioni necessarie sempre a disposizione è Uiplan, la nostra piattaforma digitale per l’organizzazione e la pianificazione delle attività delle piccole medie imprese.

 

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COSA SONO GLI INTRUSION PREVENTION SYSTEM?

Attacchi Cyber: come prevenirli.[continua]


TRASFORMAZIONE DIGITALE E AMBIENTE

L'importanza del cambiamento.[continua]


SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE E TRASFORMAZIONE DIGITALE

Cosa prevede il Piano Transizione 5.0.[continua]


L'IMPORTANZA DELLA SICUREZZA INFORMATICA

Rapporto Clusit 2024 e tipologie di attacchi.[continua]


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25/04/2024 Orange Monday DIGITALIZZARE NON SIGNIFICA SOLTANTO AVERE UNA PRESENZA ONLINE. Trasformare un'opportunità in un vantaggio concreto. Condividi Che la pandemia abbia accelerato la digitalizzazione delle imprese non è più una novità: secondo uno studio di Markets and Markets, la spesa per la digitalizzazione in ambito aziendale passerà da 521 a 1.250 miliardi di dollari a livello globale entro il 2026, con un incremento medio anno su anno del 19%. Anche in Italia le imprese stanno cercando di restare al passo con la digitalizzazione, non senza qualche difficoltà dovuta principalmente al fatto che il tessuto imprenditoriale del nostro Paese è formato per più del 90% da aziende piccole e medie. Tuttavia, durante la pandemia proprio queste imprese, hanno iniziato ad avviare un processo di digitalizzazione come una via per sopravvivere ad un lungo periodo di crisi. Nel 2021, secondo il Rapporto Istat, il 60,3% delle piccole e medie imprese italiane (Pmi) ha raggiunto almeno un livello base di intensità digitale e le Pmi, ove possibile, hanno avviato canali di online shopping per non interrompere le vendite. Guardando questa fotografia si può dire che qualcosa sta cambiando, siamo di fronte a un contesto economico difficile ma che ha effettivamente creato anche un’opportunità e un momento di svolta. È importante però che questa opportunità venga trasformata in un vantaggio concreto.   La situazione in Italia: Pmi poco digitalizzate Nonostante questa grande voglia di digitalizzazione in Italia, per quasi due aziende su tre (il 63%) l’infrastruttura digitale resta un problema concreto. Secondo il DESI (Digital Economy and Society Index), l’indice ideato dalla Commissione Europea per misurare i progressi compiuti dai Paesi UE in termini di transizione digitale, la digitalizzazione delle pmi in Italia è a livelli inferiori alla media europea. Nel 2021 l’Italia si è collocata al 20esimo posto fra i 27 Stati membri dell’UE. Pur avendo guadagnato qualche punto rispetto al 25esimo posto dell’edizione precedente è ancora una posizione molto bassa che indica come non ci sia stata alcuna “rivoluzione digitale” portata dalla pandemia. Uno dei nodi del nostro paese sembra essere quello delle competenze: solo il 15% delle imprese italiane eroga ai propri dipendenti formazione in materia di tecnologia informatica, cinque punti percentuali al di sotto della media UE. Preoccupa lo scarso tasso di utilizzo di soluzioni digitali in produzione e amministrazione: difatti, digitalizzare per le imprese non significa soltanto avere una presenza online, ma anche e soprattutto semplificare, automatizzare, dematerializzare, adottare processi guidati dai dati (data driven), ottimizzare, risparmiare, guadagnare competitività – andando a portare la digitalizzazione all’interno dei propri processi decisionali e organizzativi.     Con la digitalizzazione più profitti e margini Le imprese, anche quelle più piccole, possono avvantaggiarsi degli strumenti digitali che sono oggi presenti sul mercato per rendersi più competitive, ottimizzare i processi e crescere: anche se spesso questi strumenti sono visti come dei plus, qualcosa di aggiuntivo che si può avere o meno, ma che non incide davvero sul proprio core business, i dati dimostrano che non è così. Le analisi dell’Osservatorio Innovazione Digitale nelle Pmi del Politecnico di Milano evidenziano come le realtà più mature dal punto di vista della digitalizzazione ottengono performance economico-finanziarie migliori: in media +28% di utile netto, +18% di profitti, +11% di EBITDA. Ecco perché anche in Italia le imprese, specialmente le piccole e medie, dovrebbero impegnarsi per cogliere davvero questa sfida, portando la digitalizzazione in ogni settore dell’azienda.   Le PMI in Italia Le piccole medie imprese in italia sono circa 211mila, producono circa il 40% del fatturato nazionale e assorbono il 33% della forza lavoro. Quando si parla di PMI si fa riferimento a imprese con un numero di addetti compreso tra 10 e 249, che generano un fatturato inferiore ai 50 milioni di euro o con un attivo inferiore ai 43 milioni di euro. Fra queste le PMI Large sono quelle che rispettano soltanto uno dei due criteri di classificazione (dipendenti e fatturato) e costituiscono l’anello di congiunzione fra piccola impresa e grande impresa. Avviare una digitalizzazione “Smart” oggi è possibile per imprese di ogni dimensione. Le soluzioni in cloud consentono di creare flussi digitali organizzati e guidati invece delle procedure manuali che causano perdite di tempo e risorse. Una soluzione pervasiva e collaborativa, che consente a tutti i dipendenti di lavorare in cloud e avere le informazioni necessarie sempre a disposizione è Uiplan, la nostra piattaforma digitale per l’organizzazione e la pianificazione delle attività delle piccole medie imprese.   ORGANIZZA LE ATTIVITÀ AZIENDALI IN MODO DIGITALE CON UIPLAN Condividi Tags: digitalizzazione pmi istat uiplan rivoluzionedigitale 29/08/2022 Sei un rivenditore? 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