Italia ancora tra le ultime in Europa nel digitale: non essere tra quelli

Italia ancora tra le ultime in Europa nel digitale. Nell'edizione 2020 dell'indice Desi - lo strumento con cui la Commissione europea monitora il progresso digitale degli Stati membri - l'Italia si colloca al 25º posto (nel 2019 era al 19° posto, ma con un punteggio più basso) fra i Paesi Ue, calcolati ancora in 28, con la presenza del Regno Unito.

Rispetto alla media Ue, evidenzia il report, l'Italia registra:
👉 bassi livelli di competenze digitali di base e avanzate;
👉 numero di specialisti e laureati nel settore Ict esiguo;
👉 scarso utilizzo dei servizi online, compresi quelli pubblici (nonostante il Paese "si collochi in una posizione relativamente alta nell'offerta di servizi" di e-government);
👉 ritardi delle imprese nell'utilizzo di tecnologie come il cloud e i big data, e nell'adozione dell'e-commerce.

Tuttavia, evidenzia lo studio, nel 2019 è cresciuta l'attenzione politica sul tema, con l'istituzione di un nuovo ministero per l'innovazione tecnologica e la digitalizzazione, un nuovo Piano Triennale per l'informatica nella PA e il varo di Impresa 4.0 e Transizione 4.0, dedicati alle aziende.

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Dati consultabili su: https://ec.europa.eu/digital-single-market/en/scoreboard/italy

Italia: cresce il 5G, non le competenze digitali

In Italia, secondo i dati della relazione DESI, lo strumento mediante cui la Commissione Europea monitora il progresso digitale degli Stati membri, il G si sta sviluppando rapidamente e ci sono tantissimi servizi digitali della pubblica amministrazione. Il tutto però è vanificato dalle nostre scarse competenze digitali.

L’Italia va bene nel 5G, ma male nelle competenze digitali. Uno scenario che è apparso chiaro soprattutto durante questa pandemia, con le difficoltà avute da molti docenti e studenti per quanto riguarda la didattica a distanza e che era risaputa già da anni, ma che adesso viene nuovamente confermata in tutta la sua drammaticità dall’ultima relazione DESI (Indice di digitalizzazione dell’economia e della società), lo strumento mediante cui la Commissione Europea monitora il progresso digitale degli Stati membri dal 2014. In linea generale, il Bel Paese si è collocato in 25ma posizione, davanti solo a Romania, Grecia e Bulgaria.

A penalizzare l’Italia ci sono i bassi livelli di competenze digitali e di base che si traducono in uno scarso utilizzo dei servizi online, compresi i servizi pubblici digitali, nonostante una posizione alta nell’offerta di servizi di e-government. Internet infatti viene utilizzato abitualmente solo dal 74% degli italiani. Inoltre, non solo i cittadini, ma anche le imprese viaggiano lentamente nell’utilizzo di tecnologie come il cloud e i big data.

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15/06/2020